Floridia, le origini e la storia

Floridia è un centro relativamente moderno, che sorge nella fertile valle dell’Anapo a 110 m sul livello del mare, e dista dodici chilometri da Siracusa.
Siracusa, quindi, ebbe Floridia nei suoi confini e la chiamò con molta probabilità Xorodia, che in greco significava “canto corale”. Infatti in tempi passati si parlava di una festa con danze e cori in onore della dea Flora, divenuta in seguito “Santa Flora”. Dall’antico nome Xorodia si è poi passati alla versione popolare Xiridia (Chiridia), e in fine alla traslitterazione italiana Floridia.


La campagna di Floridia è bellissima per la mitezza del clima e per il ridente paesaggio ricco di mandorleti, agrumeti, uliveti e vigneti. Re e viceré venivano a trascorrere qui le loro vacanze, e la località prese il nome di “Villa Reale”.
Intorno al 1600 Floridia fu acquistata dai nobili Bonaiuto e, per le nozze contratte con donna Flavia Bonaiuto, il ricco feudo venne portato in dote al di lei marito Lucio Bonanno, duca di Montalbano.
Nel 1627 la segreteria viceregia di Siracusa concedeva a Lucio Bonanno, su sua richiesta, l’autorizzazione a popolare il feudo di Floridia.
Accanto alla casa ducale e alla chiesa, sorsero le prime case, che avrebbero ospitato gli abitanti (circa cinquanta), del nuovo borgo; così iniziò a svilupparsi una comunità rurale e artigiana formata da sellai, fabbri, falegnami e carradori. Furono costruite le chiese di Santa Flora e di San Bartolomeo. Il borgo di Floridia venne però distrutto rovinosamente dal terremoto del 1693 e dovette essere radicalmente ricostruito e ripopolato.
Nei primi decenni del ‘700 le truppe spagnole vi stabilirono il loro campo al fine di attaccare gli Austriaci.
Nel 1761 la famiglia dei Bonanno-Spatafora si estinse, e il feudo pervenne alla famiglia Migliaccio, che lo tenne sino alla fine del feudalesimo nel 1812.
Nel 1815 Floridia già frazione di Siracusa, divenne comune autonomo e così cominciò a delinearsi una notevole attività politica e amministrativa a carattere locale.
Nello stesso anno si completò la ricostruzione della Chiesa Madre, si avviarono i lavori della Chiesa di Sant’Anna e Sant’Antonio, e si ampliò la Chiesa del Carmine. Già prima, invece, venne fatta costruire dagli Spagnoli la Chiesa della Madonna delle Grazie o del Giardinello a ricordo della vittoria riportata sugli Austriaci nel 1720.
Dalla sua fondazione ad oggi, Floridia ha conosciuto non solo un rapido incremento demografico (conta infatti oltre 25.000 abitanti), ma anche un discreto sviluppo commerciale e artigianale.

Chiesa Spagnola o Madonna delle Grazie o Chiesa del Giardinello

La Chiesa della Madonna delle Grazie fu eretta dai soldati spagnoli di Filippo V per celebrare la vittoria e la pace del 1720 con gli Austriaci.
La cessazione delle ostilità fu interpretata come un prodigio della Madonna delle Grazie per essersi trovato, miracolosamente intatto, in un pozzo d’acqua, un quadro che la raffigurava. Per questo motivo nello stesso luogo fu innalzato il tempio.
Sotto lo stemma di casa di Spagna è scritto: “Per il Dio grandissimo e ottimo, alla Vergine delle Grazie, il comandante colonnello Dela Viefulle, il tenente colonnello Grimaldi e tutti gli ufficiali di Spagna donarono questo tempio nel 1720”.
Oggi la chiesa è in completo abbandono.
Il quadro della Madonna con il Bambino è stato sottratto da ignoti circa cinquanta anni fa nel sito è scritto nel 1970. Si tratta di un dipinto su pietra arenaria, in cui erano posti, in corrispondenza delle orecchie della Madonna, due grossi orecchini di topazio donati alla fine dell’800.

La Chiesa Madre

Il territorio sul quale sorge Floridia fondata con licentia populandi del 31 marzo 1627, accoglieva la già esistente Chiesa Madrice.
Il tempio, dedicato alla Madonna della Provvidenza, rappresentò per gli abitanti della allora giovane città il luogo di riunione sociale e il cardine dell’attività amministrativa.
Oggi quel santuario non esiste più, al suo posto sovrasta il paese la nuova Chiesa Madre, che si erge nel centro storico.
La chiesa, a croce latina, vede la sua navata centrale prolungarsi fino all’altare consacrato e chiudersi nell’abside. Le due navate laterali, protette da volte, si intersecano in un organismo architettonico posto trasversalmente. Due file di pilastri, nel severo e imponente stile dorico, sostengono un piano sopraelevato che imposta le volte di copertura.
Il prospetto del tempio è caratterizzato da tre ordini architettonici: il primo è limitato da due ali laterali; il secondo è stato realizzato in parte, mancano infatti le due nicchie previste dal progetto originale; il terzo non è stato mai portato a compimento.
Completano la costruzione due piccole guglie ornamentali che terminano in altezza la chiesa e un orologio inserito in un’elegante struttura cubica.

Il territorio floridiano ricco di acqua e vegetazione accoglie nei suoi dintorni la cava di Spampinato o Culatrello, un interessante sito naturalistico creato dall’erosione dei torrenti sul tavolato calcareo degli Iblei. Oltre all’interessante aspetto naturalistico, il sito ha un valore storico: qui gli Ateniesi cercarono una via di fuga dai Siracusani nel 413 a. C., ma subirono un’ultima sconfitta sull’Assinaros.
Nel 413 a. C. dunque nel territorio di Floridia si accamparono le armate ateniesi comandate da Nicia e in quel periodo furono certamente profanate le tombe sicule.
I dati storici in nostro possesso sono frutto dell’inestimabile ricerca del grande archeologo Paolo Orsi , studioso di fama internazionale (1859-1935), che ha potuto dare un volto ed una spiegazione a ciò che nel tempo si è rinvenuto nel territorio di Xiridia.
Nel marzo del 1909, in contrada detta TABACCHEDDU, affiorarono, durante alcuni scavi per la sistemazione del suolo, alcune sepolture sicule che furono, dagli stessi cavapietra, saccheggiate senza che si rendessero conto del grande valore storico-archeologico di quella scoperta.
Ma il Prof. Paolo Orsi poté constatare che si trattava proprio di tombe sicule. La caratteristica delle suddette tombe era un ingresso a pozzetto in banchi di calcare arenario, tipico in tali ritrovamenti, e in una di esse fu rinvenuto un vaso miceneo di creta depurata, dalla forma a calamaio e di colore giallo-pallido con fregi sul marrone classificato al terzo periodo miceneo.
Dunque, il Prof. Orsi giunse alla conclusione che, doveva esistere, nei pressi di Floridia, una necropoli che egli, dal tipo sepolcrale, dal vaso miceneo e dai cocci siculi rinvenuti, classificò appartenenti al XIV-X sec. a. C., ciò anche tenendo presente la posizione orientativa delle tombe e lo spostamento di quei popoli dalla costa
Pertanto il territorio di Floridia fu abitato sin dai tempi più remoti dai siculi primitivi, i quali solo con la venuta dei Greci in Sicilia iniziarono una certa civilizzazione, prima con l'assimilarsi e poi, con l'andar del tempo, anche a congiungersi in matrimoni sino a diventare un solo popolo.

foto: www.fotowalterlocascio.tk