La Divina Commedia di Dante in italiano odierno

Intervista a Luciano Corona
Quando andavo a scuola i primi tre anni delle superiori sono stati dedicati allo studio di quest’opera, Che fatica! E adesso ho letto che la Divina Commedia di Dante Alighieri era stata pubblicata in prosa: sarà come un bel romanzo riveduto e corretto? Una nuova versione purificata o… No, l’opera è intatta, ma in un italiano snello e scorrevole che tutti possiamo comprendere.
E’ stato allora che ho visto il volto del “sommo poeta” illuminarsi e finalmente sorridere:
”Posso arrivare ai tanti che non mi potevano raggiungere!”.

 

Questo il pregio ed il gran lavoro di Luciano Corona, far arrivare ai tanti quello che solo pochi potevano leggere e conoscere. Lui, torinese, con studi e carriera tecnici alle spalle, riconosce che un’altra è la sua aspirazione, il suo campo: le lettere e l’insegnamento. La sua esperienza nella scuola unita al suo amore per i classici e la constatazione che molte persone avrebbero voluto conoscere questo testo da vicino, lo portano a dare nuova vita a questo poema, a questo viaggio verso il bello, il buono ed il giusto nella sua essenza più pura. Vi auguro una buona lettura, credetemi ne vale la pena!

Da dove nasce l’idea di “riscrivere” in prosa questo “colossal” della letteratura di tutti i tempi?
Prima di tutto, dalla constatazione che voler leggere questo “colossal” nella sua forma originale, impone di predisporsi a un’attività di studio, più che di semplice e distensiva lettura. E, a parte gli “addetti ai lavori”, quanti sono, oggi, ad avere voglia e tempo di affrontare un testo come quello dantesco? Un testo indiscutibilmente difficile, soprattutto per il linguaggio, lontanissimo da quello attuale.
Poi, mi sono arrivate sollecitazioni di vario genere: un mio amico pittore, ad esempio, aveva intenzione di illustrare la Divina Commedia e mi chiese se non se ne poteva avere una versione accessibile ai “comuni mortali”; un’altra amica, spagnola ma pienamente padrona della nostra lingua, voleva leggere il “mostro sacro” della letteratura italiana, ma si arrese dopo poche pagine; i ragazzi, a scuola (ho insegnato fino a qualche mese fa), mi dicevano: - Prof, è intrigante ‘sta storia, come ce la racconta lei. Ma leggerla è impossibile: non si capisce niente!-
Così, è nata in me l’idea di “salvare” e rendere “popolare” il poema dantesco. La stessa operazione ho compiuto con il Decameron, pubblicato dalla stessa casa editrice, e sto compiendo con l’Orlando Furioso, che conto di terminare fra non molto.

Quando frequentiamo la scuola, le lezioni su Dante e la sua Commedia sono uno spauracchio, ma nell’opera ci sono valori utili: quali sono e quali vuole trasmettere?
Mi pare che siano molti i valori utili nella Commedia. A parte quelli propriamente religiosi, in particolare c’è, nel poema di Dante, un messaggio che mi sembra importante, soprattutto ai nostri tempi, dominati dall’incertezza, dal dubbio sterile, dalla pericolosa tendenza a lasciarsi vivere, più che a vivere veramente.
Il messaggio è: “Scegli, nel bene o nel male, e va’ fino in fondo!”.
Nell’Inferno, ad esempio, non ci sono peccatori disprezzati dall’autore più degli ignavi, che, per paura delle conseguenze, preferirono astenersi e non mettersi in gioco.
Invece, Dante dimostra una sconfinata ammirazione per coloro che presero posizione con forza e determinazione: li può anche collocare fra i dannati, perché li ritiene moralmente condannabili, ma non può fare a meno di riconoscerne la grandezza e di subirne il fascino. Fascino che poi, inevitabilmente, si trasmette anche a chi legge.

Qual è l’invito che rivolge ai giovani lettori per farli accostare alla Divina Commedia?
Vorrei, prima di tutto, che si liberassero da un diffusissimo pregiudizio: che la Commedia sia una “palla”, un “mattone” indigeribile. In questo senso, lo so bene, è la scuola, purtroppo, la principale responsabile.
Ma se, magari con l’aiuto della mia “riscrittura”, riusciranno ad accostarsi al poema senza prevenzioni e si “lasceranno andare” a questo viaggio straordinario e affascinante, scopriranno non solo un libro eccezionale, ma tutto un mondo, fatto di santi e di prostitute, di vizi e di virtù, di meschine piccolezze e di sublimi sacrifici. Insomma, un mondo reale, vivo, palpitante. Un mondo che, secondo me, ha ancora molto da dire ai giovani di oggi.