Vite parallele

VITE PARALLELE

di Paola Bafile

Non mi riferisco alla celebre opera di Plutarco, in cui l’autore latino del I secolo a.C. confronta il mondo greco e romano attraverso uomini illustri mostrandone vizi e virtù, bensì ad un aspetto sconcertante della nostra realtà.

Viviamo oggi, come umanità, vite parallele: contemporanee sì, ma appartenenti a mondi che non hanno nulla in comune, se non il fatto di esistere nella stessa epoca, il XXI secolo.


Dalla tranquilla comodità del nostro salotto guardiamo la scatola della Tv, che ci mostra immagini surreali di donne, uomini e bambini ammassati in vecchie carcasse del mare o in fatiscenti gommoni, soccorsi, quando va bene, dalla nostra Marina. Centinaia di esseri umani che fuggono, cacciati dalle loro terre, dalle loro case, torturati e sfruttati da aguzzini senza pietà. Tanti non ce la fanno e, ci racconta il cronista, affogano in mare, nello stesso mare in cui andremo a bagnarci la prossima estate, il nostro Mediterraneo, ad un passo dalla salvezza. Già, perché la nostra terra italiana è per questa gente disperata la terra promessa, lontana dalle violenze, dalla guerra, dalle torture, dalla sopraffazione.

Poi … Spegniamo la TV e la vita continua, la nostra vita, parallela, fatta di normalità, a volte di tanta superficialità, a volte di religiosità spicciola. Lasciamo alle spalle l’altro mondo, troppo scomodo per farlo rimanere tra noi.

Dimentichiamo che ad accomunare le due vite non c’è solo la contemporaneità, ma soprattutto il fatto che siamo tutti “esseri umani”.

Le antiche filosofie ci parlano di una famiglia umana, basata sulla solidarietà. “Solidum” richiama una realtà omogenea, intera ed unita, dove gli elementi che conformano questa solidità sono della stessa natura, umana appunto. Ed allora solidarietà non è un gesto, non è solo organizzare aiuti, accoglienza, che singoli, associazioni ed istituzioni offrono con generosità, ma è la qualità che sta alla base dell’essere umano, alla base della vita stessa, una qualità di cui è urgente riappropriarci. Senza di essa continueremo ad essere disgregati, e quindi deboli, e quindi aggressivi, perché vedremo sempre nell’altro, nel diverso, in colui che vive vite parallele, un estraneo scomodo e pericoloso.

Siamo solidali, siamo naturali!