LE GRANDI AVVENTURE…in prosa: Iliade, Odissea, Eneide

In un mondo in cui l’avventura è sinonimo di morti violente ed azioni prive di onore e rispetto per il nemico, siamo, invece, attratti dalle motivazioni nobili di un’avventura e dalle virtù che un eroe deve esprime nelle sue azioni.
I classici “di una volta” contenevano i sentimenti, le emozioni e le virtù che hanno da sempre caratterizzato le grandi imprese.
Marco Buonfiglio ha voluto regalarci il piacere di leggere, in un italiano semplice ed alla portata di tutti, tre splendide avventure: l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide.
I perché ed i come di questa scelta del giovane scrittore ci fanno sperare che anche le nuove generazioni possano essere affascinate dalla lettura di un classico.


Tu, giovane, hai ritenuto importante dare una versione in prosa dei classici che fanno parte della nostra tradizione; spiegaci perché e come sei arrivato a questa decisione.
Esistono due motivazioni. La prima, che per lungo tempo è rimasta un’idea sospesa nell’aria, sbocciò ai tempi del liceo.
All’epoca studiare non solo Omero, ma tutti i classici, era un’esperienza che tranquillamente poteva sgorgare in noia; comunque non in passione e interesse. Io invece sono sempre stato affascinato dalla trama, dalle storie, dai personaggi raccontati da Odissea e Iliade; in altre parole tentavo di scovare un vero e proprio romanzo di narrativa nei versi di Omero. Allora pensai: cosa succederebbe se a racconti tanto intensi e appassionanti abbinassimo il linguaggio dei nostri tempi? La casa editrice Fermento mi ha dato l’opportunità di trasformare l’idea in lavoro. Il primo libro è stato l’Odissea perché, più di ogni altra opera, è realmente il primo romanzo dell’occidente: vi si trovano flashback, personaggi accennati che si scoprono fondamentali magari cento pagine dopo, tecniche narrative che sono state utilizzate dalla maggior parte degli scrittori successivi di tutti i tempi. Poi è venuta l’Iliade e infine l’Eneide.
La seconda motivazione è che tutti, più o meno, conoscono le vicende narrate da Omero. In pochi, però, hanno letto l’Odissea e l’Iliade in maniera integrale, sia perché difficilmente, dopo gli studi, si riprendono in mano i classici sia per un leggero senso di distanza rispetto a ciò che costituisce la base della nostra società. Però è un peccato, perché questi classici sono una sorgente continua di emozioni.
Il mio obiettivo è duplice: permettere a tutti di leggere integralmente i grandi classici e consentire loro di farlo in maniera piacevole, con una lettura fluida e scorrevole, come fossero veri e propri romanzi di narrativa.

Vivere un mondo che tutti sognano, fatto di bei sentimenti, d’onore, di gloria, di gesta eroiche, di un mondo divino che ispira la parte più profonda dell’essere e che si può riversare nel nostro mondo quotidiano, può aiutare a concepire un mondo migliore?

Il mio intento è solo quello di permettere la possibilità di trovare le proprie motivazioni o la capacità di trarre insegnamenti per migliorare la nostra vita da capolavori scritti migliaia di anni fa. Da questo punto di vista l’Iliade è clamorosamente attuale e aderente ai nostri giorni. Può essere vissuta come un intenso romanzo di azione, di lotte e battaglie; oppure comprendere che il vero segreto di quest’opera sia non tanto il raccontare una guerra, ma i perché della guerra. Il tutto in un contesto straordinario, fatto di eroi e numi, grandi azioni e delitti nascosti nel buio.
Però emerge sempre un dato fondamentale, che dovrebbe essere preso in considerazione in un mondo, come il nostro, nel quale esistono scarse motivazioni per capire la ragione che la scatena: in Omero niente succede per caso, c'è sempre una ragione lampante e cristallina che fa comprendere cosa spinga un combattente a entrare in battaglia o a rifiutarsi di impugnare le armi. Inoltre, si nota sempre un certo rispetto per lo schieramento opposto visto come avversario, non come nemico. Ecco perché capita anche di leggere che, al centro della mischia, Greci e Troiani si scambiano parole, piantano l’asta in terra e poi si stringono la mano. Il senso dell’onore è altissimo ed è un onore puro, non corrotto. È un onore che al mondo attuale manca. Nei capolavori di Omero mancano le immagini, ma le parole sono talmente esaurienti da consentire a ognuno di costruirsi la propria idea. La nostra vita quotidiana, al contrario, è costituita da immagini, talmente tante da impedire la capacità di pensiero, di comprensione degli eventi.
Allora è possibile che una risposta possa venirci in aiuto dai classici, se esiste la volontà di farne tesoro.

Leggere un classico è fuori moda e fuori tempo? Studiare come oggi un’opera entro poco tempo ha validità o sarebbe bene approfondirli per trarne valori? Perché non farlo utilizzando una prosa?

È un momento propizio per la riscoperta dei classici: lo dimostra l’attenzione ad essi dedicata dal cinema ultimamente; lo dimostra la scelta di reinterpretare l’Iliade da parte di Alessandro Baricco.
È possibile dedicare attenzione ai classici, anche fuori dal contesto accademico, proprio perché è possibile ricavarne nuove emozioni e consapevolezze che trascendono o completano gli insegnamenti scolastici. I valori espressi da Omero e Virgilio sono concreti e non casualmente vi si presta maggiore attenzione in un periodo storico nel quale ogni certezza vacilla.
Io, per me, ho cercato di trovare un punto di equilibrio tra i valori dichiarati nei classici e la possibilità di raggiungerli in maniera più possibile immediata. Stiamo parlando di poeti che raccontavano il proprio mondo e la loro grandezza è quella di aver scritto opere valide anche con il trascorrere del tempo. Ma avevano un loro preciso linguaggio, che non necessariamente coincide con il nostro. Ho tentato allora di ritrovare il ritmo dei classici con una prosa aderente al mondo in cui viviamo, i contenuti sono i medesimi ma con un linguaggio tipico dei nostri tempi.
Ci tengo a precisare che non ci sono distorsioni o aggiunte nella mia versione dei classici, non ci sono punti di vista personali. Semplicemente una prosa moderna che aiuta i lettori a conoscere meglio opere che, in qualche modo, ci hanno portato ad essere gli uomini che siamo. E, se possibile, farlo suscitando piacere alla lettura. Leggere è un piacere. Se unito alle trame, ai contenuti e ai valori di Odissea, Iliade ed Eneide, credo non esista qualcosa in grado di superarne le emozioni.