Una guerra mondiale di mille anni fa

Una guerra mondiale di mille anni fa

“Mio figlio vuole combattere in Terra Santa!” Quante madri, secoli fa, avranno pronunciato con orgoglio e paura queste parole…
L’Europa era in fiamme: torme di uomini si accalcavano per andare a liberare il Santo Sepolcro!
È l’epopea delle Crociate; due secoli di guerre, ma anche di rinascita. Uno dei periodi della storia più complessi, con un cambio epocale per gli Europei: dalle ristrette mura del borgo alle distese immense di terre da esplorare. Due secoli per passare da una forma mentale a quella opposta.

Una guerra mondiale di mille anni fa

“Mio figlio vuole combattere in Terra Santa!” Quante madri, secoli fa, avranno pronunciato con orgoglio e paura queste parole…
L’Europa era in fiamme: torme di uomini si accalcavano per andare a liberare il Santo Sepolcro!
È l’epopea delle Crociate; due secoli di guerre, ma anche di rinascita. Uno dei periodi della storia più complessi, con un cambio epocale per gli Europei: dalle ristrette mura del borgo alle distese immense di terre da esplorare. Due secoli per passare da una forma mentale a quella opposta.
Anche oggi il “Vecchio Continente” sta vivendo altri momenti di cambiamento verso il sogno di un’Europa unita. Nel mezzo, centinaia di guerre, grandi e piccole, che l’hanno devastato in lungo e largo. Popoli turbolenti questi Europei! Sempre in guerra fra loro, ma sempre con un sogno profondo di riunirsi. Vedremo… per ora torniamo alle nostre Crociate.

Le cause che portarono a questa vera e propria guerra mondiale dell’epoca furono diverse.
Innanzi tutto i pessimi rapporti con i Turchi Selgiuchidi che occupavano Gerusalemme dal 1071. Provenivano dalla Persia e in appena venti anni avevano invaso Medio Oriente e gran parte della Turchia, minacciando di fagocitare l’Impero Romano d’Oriente.
Ugualmente tesi erano i rapporti con gli Arabi, dominatori del commercio mediterraneo, per via delle loro profonde incursioni nelle coste europee, dove compivano razzie e rapivano ostaggi.
Insomma, il mondo musulmano era al massimo della sua espansione.
L’Europa viveva, al contrario, un confuso periodo di passaggio.
La dissoluzione dell’impero di Carlo Magno aveva portato ad infinite lotte tra feudatari mentre la Chiesa provava a portar pace, ma con poco successo. Occorreva creare un nemico comune che facesse serrare le fila. Così, l’antico motto romano “se vuoi la pace (interna) prepara la guerra (esterna)” tornò di urgente necessità per imporre la pace tra i cristiani fratricidi.
Inoltre la Chiesa e l’Impero, che avevano governato l’Europa dalla caduta di Roma, non andavano più d’accordo. Gregorio VII, nel 1075, aveva proclamato il diritto della Chiesa ad espandersi nel mondo e, quindi, l’implicita supremazia del papa su altri poteri. L’imperatore fece dichiarare il papa decaduto e questi scomunicò l’imperatore. Eppure la prima crociata era iniziata già da sette anni… Con incredibile contraddizione i due poteri si affrontavano e si spalleggiavano!
Era anche cambiato il clima religioso, passato dal dominio del monachesimo silenzioso agli scontri di decine di gruppi eretici che infiammavano il dialogo cristiano; fiamme alimentate anche dalle aspre polemiche per la crescente mondanità della Chiesa.
Ad aumentare la confusione, nel 1045 nasceva il Comune di Milano sotto la spinta della nascente borghesia, “il terzo incomodo” fra i tradizionali poteri ecclesiastico ed imperiale.
Erano in crescita anche le Repubbliche marinare; si scopriva che pianura e mare sono vivibili e che era tempo di lasciare le rocche.
Al borgo si impone la città; al nobile il professionista; ad un’economia di sussistenza un desiderio di benessere; al chiuso della corte le nuove relazioni interclassiste; ad una religiosità severa il gusto di una vita avventurosa e spregiudicata; al platonismo agostiniano il tomismo aristotelico; al latino la nascita del “volgare”; ad una cultura d’elite una popolare, con la prima università europea a Bologna (1088) e nuovi stili nell’arte.
Dunque, se l’Islam era alla sua massima espansione, l’Europa era una pentola a pressione destinata ad esplodere…

Le crociate richiamarono l’interesse delle due anime umane. Il forte spirito religioso dei tempi spingeva a questa nuova forma, armata, di pellegrinaggio. La riconquista della Terra Santa avrebbe risolto una situazione divenuta insopportabile: la separazione fra la Terra di origine, in mano nemica, e il cuore di Roma. Il mondo islamico, ancora oggi, ha tutti i suoi luoghi santi entro i propri confini.
Molti altri, invece, intravidero la fortuna lontano dalla loro terra. Gente povera, ma c’erano anche i cadetti delle famiglie ricche che non potevano ereditare in quanto non primogeniti; tutti speravano nei bottini di guerra Si apriva una nuova frontiera in cui giocarsi la propria fortuna; così come accadrà, secoli dopo, nelle Americhe, tra il favoloso Eldorado e il selvaggio Far West.
Insomma una mescolanza di spirito religioso e interessi venali. Non è stato sempre così, nelle storie del mondo?
Tutto era, dunque, pronto per iniziare una guerra di espansione… una delle tante che avrebbero assillato l’immaginario europeo per secoli, provocando così tanti guasti in giro per il mondo.

Le Crociate furono la storia di mille gesta, di mille eroi, ma anche di mille tradimenti e massacri. Si consumarono vecchie vendette e si scatenarono nuovi odi. Mille leggende da raccontare al ritorno...
Accanto ai nomi dei grandi passano volti ignoti...
Quelli di migliaia di poveracci disorganizzati (la “Crociata dei Poveri”), che si fecero ricordare solo per indisciplina e ferocia, anche contro inermi.
La “Crociata dei Baroni”, la grande armata cristiana che riuscì a conquistare Gerusalemme (15 luglio 1099).
La Crociata dei fanciulli, morti di stenti o catturati e resi schiavi.
La Crociata dei Lombardi... partirono in cinquantamila; una massa scomposta di ex contadini attirati dalla nascente vita cittadina ma non ancora inseriti nella nuova realtà. Questa massa turbolenta depredò perfino le chiese e addirittura assalì il palazzo imperiale di Costantinopoli! Giunti in Asia furono ben presto trucidati dai Turchi. Il loro inglorioso passaggio nella storia fu nobilitato da Verdi nell’opera “I Lombardi alla Prima Crociata”.
Si ricorda anche il coraggioso tentativo di San Francesco di parlare al Sultano; fu accolto nell’accampamento, ma questo non impedì che la guerra finisse.
Ci furono le mille astuzie di Genovesi e Veneziani che riuscirono a monopolizzare il trasporto delle truppe. Riuscirono addirittura a deviare la quarta crociata a difesa di Costantinopoli, loro importante obiettivo commerciale.
Negli eventi drammatici i destini si accelerano, si incrociano, le sorti vengono a concludersi.
Ricordiamo lo sfortunato re Baldovino morto di lebbra a soli 24 anni; l’altrettanto sfortunato Luigi IX di Francia che fu catturato e rilasciato dietro riscatto e, nella crociata successiva, morì di peste.
L’incredibile fine del prode Barbarossa morto annegato, lui imperatore, come un miserabile fra le onde di una ignoto fiumicello.
Il Papa Urbano II che al Concilio di Clermont del 1095, aveva proclamato la Crociata, morì appena due settimane dopo la conquista di Gerusalemme e così non fece in tempo a sapere della bella notizia.
Pietro l’Eremita che fu il grande animatore della Prima Crociata, ma di fronte alle terribili difficoltà, abbandonò nottetempo l’accampamento crociato per poi, ripreso dai suoi, tornare con coraggio al suo posto.
Il conte Stefano di Blois, la cui moglie, Adele, discendente di Guglielmo il Conquistatore, gli negava i diritti coniugali, accusandolo di vigliaccheria per essere fuggito nella battaglia di Antiochia. Il conte, per riconquistare l’onore coniugale, fu costretto a ripartire e dar prova di coraggio bellico!
Partirono anche tante donne, da quelle di umili origini alla bellissima Ida d’Austria, gran cavallerizza e ben capace di badare a se stessa in mezzo a quell’orda di uomini; ma anche lei ebbe la sua brutta fine.
Poi il leggendario Saladino che riuscì nell’impresa di riprendere Gerusalemme ai Cristiani dopo ottantotto anni e senza abbandonarsi a facili vendette.
Fece scandalo Federico II che ottenne Gerusalemme per via diplomatica; uno smacco per quella cristianità tutta presa dalla riconquista armata.
Un certo Nicola di Colonia andò fino a Genova con una folla di fanciulli…
Un monaco, detto Maestro d’Ungheria, guidò la “Crociata dei pastorelli”, marciando su Parigi: voleva riconquistare la Città Santa con gli umili e i semplici, criticando, così, l’arroganza e la presunzione dei professionisti della guerra e dei mercanti loro alleati.
Anche la natura partecipò con i suoi segni premonitori. L’eclisse di luna del 16 giugno 1117 a cui seguirono quella dell’11 dicembre e, cinque notti dopo, un raro fenomeno di notte boreale furono presagio di lutti per l’anno nuovo e infatti morirono il papa Pasquale II, la regina Adelaide, il patriarca Arnolfo, il sultano Mohammed, il califfo di Bagdad e l’imperatore Alessio!

Il grido di adunata “Deus lo volt”, Dio lo vuole, risuonò per tutta Europa e non ci fu angolo dove i cristiani non si mobilitassero. Migliaia e migliaia di persone partirono, lasciandosi dietro mogli e figli abbandonati, eredità incerte, situazioni economiche complesse, debiti contratti per finanziare l’impresa. Ma “Dio lo vuole”. All’avventura! Verso terre nuove, piene di luce e di ricchezze favolose; con il cielo sopra e la morte a fianco.
Mille destini si incrociarono. Gente che mai si sarebbe incontrata, si scontrò armata; drammi improvvisi travolsero occhi increduli. Non per tutti fu vittoria, molti morirono macellati da un nemico impietoso, ma che, in fondo, era nel giusto perché difendeva la sua terra. Molti fecero questo lunghissimo viaggio solo per ammalarsi in quel clima così diverso e morire miseramente. Qualcuno si arricchì e altri perfino si sposarono con arabe, dimentichi delle terribili invettive contro il nemico che li avevano spinti in quelle terre così lontane.
I reduci narravano di favolosi tesori, di epiche battaglie, di fiumi di sangue e teste mozzate, di assalti furiosi e strenue difese; di nemici spietati, ma anche di gesti cavallereschi.
Le ultime due crociate furono un lento inesorabile declino dell’ardore crociato. L’ultima roccaforte cristiana, San Giovanni d’Acri cadde il 28 maggio 1291.
Il sogno crociato svaniva.
Le crociate furono un’esplosione di energia di un’Europa giovane e nei giovani la grande voglia di vivere può esplodere in grandi imprese, ma anche in violenza insensata.

Cosa sono per noi le Crociate?
Non è questa l’occasione per analizzare gli effetti di questi due secoli di guerra. Basta solo pensare che, ancora oggi, Occidente e Islam si fronteggiano... Ma perché parliamo tanto di progresso, allora?
Qui vorremmo riflettere un po’ sul senso che oggi diamo a questa parola.
È un termine che non usiamo quasi più, se non per espressioni come “una crociata contro il fumo”, ma si tratta sempre di espressioni tanto brillanti quanto esagerate in rapporto all’evento a cui sono collegate, in genere di poco conto. Tanto per dire, se mettessimo lo stesso ardore dei veri crociati nella nostra guerriciola contro quel volgarissimo “vizio” non avremmo già smesso di fabbricare sigarette?
Perché non sappiamo più il vero senso della crociata?
Probabilmente perché nessuno di noi è in grado di vivere intensamente una grande passione. “Roba per gente fanatica”, ci giustifichiamo… La maggior parte di noi passa il tempo a centellinare soldi o discutere per ore se quella palla è entrata o no in porta… Siamo seri; per fare le crociate ci vogliono uomini che oggi non ci sono più…
Certo anche fra i crociati c’erano mercanti e sanguinari, ma la maggior parte andava a rischiare la vita inseguendo un sogno. Almeno questo concediamolo agli uomini di quel tempo!
La Crociata è un’idea che è al primo posto fra quelle della tua vita… per quell’idea lasceresti tutto: amici, affetti, ricchezza. Sì, un’Idea! Ma chi ha più Idee grandi oggi? Neanche quelle piccoline sono poi così nobili…Abbiamo troppe cose da fare; dove lo troviamo il tempo per avere Idee?
Oggi, chi potrebbe somigliare allo scheletrico Don Chisciotte, ultimo tragicomico cavaliere, circondato da gente che sembra volergli bene ma che non riesce a capire il senso dei suoi “mulini a vento”?
Forse un’ultima stirpe di Crociato oggi può essere chi si impegna con altruismo nel volontariato. Non sembri esagerato l’accostamento. In fondo si tratta sempre di “pazzi” che credono in Idee e Azioni che possano cambiare il mondo. Non il mondo delle cose che ci stanno attorno, ma quello che abbiamo nei nostri cuori! Quello sarebbe il mondo dei nuovi Crociati, la nuova Terra promessa! Migliorare i pensieri dell’umanità; renderli più nobili, più leggeri.
Altruismo e non egoismo!